I lauretani sulmonesi, meglio noti come confraternita della Tomba, anche questo sabato 19 ottobre alle 17,00, come da qualche anno a questa parte, celebrano puntualmente una giornata dedicata a Pietro da Morrone alias Celestino V.
Questo anche su impulso dell’avvocato Lando Sciuba, già primo cittadino di Sulmona, che all’epoca del suo mandato da sindaco fu tra i precursori della riscoperta del Papa Eremita, personaggio storico celeberrimo ma poco frequentato dalla popolazione del capoluogo peligno.
L’avvocato Sciuba, da cultore della storia locale, intravedeva la caratura di una figura di quella portata, oltre che per la fama che ha sempre riscosso presso studiosi e letterati, anche per la macroscopica evidenza del lascito monumentale in città. Leggi Abbazia di Santo Spirito a Morrone ed eremo di S. Onofrio, oltre che la Grancia a Porta Napoli, la chiesa di Santa Lucia adiacente.
Si era all’inizio degli anni ‘90, da poco a L’Aquila era stata riscoperta e rilanciata la tradizione della Perdonanza Celestiniana che, già dal suo esordio, vedeva come luogo deputato all’avvio delle manifestazioni l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone.
Non poteva essere diversamente e lo sapeva bene Padre Quirino Salomone, che fu artefice della riscoperta anche culturale di Pietro Celestino e che volle che da lì partisse la fiamma simbolica che ne rappresentava lo spirito di luce e di fede.
Per far rientrare “ufficialmente” Celestino nel centro città, resituendogli quella cittadinanza tanto doverosa quanto dimenticata occorsero oltre trent’anni e un commissario prefettizio, ma nel 2013 un comitato di ostinati sostenitori della sulmonesità di Pietro di Angelerio ci riuscì, inaugurando finalmente il monumento proprio nei pressi della chiesa di Santa Maria della Tomba, sede dei lauretani e a pochi passi dalla grancia dell’ordine.
Dal 2019 i lauretani hanno scelto di omaggiare quella presenza e quel ritorno in città di un simbolo identitario così forte e lungamente rimasto in una sorta di cono d’ombra culturale sulle cui ragioni a lungo ci siamo interrogati.
È però significativo che una confraternita come quella della Madonna di Loreto manifesti questa sorta di omaggio riparatorio e che contribuisca al recupero dell’eredità celestina a Sulmona.
Anche perchè le confraternite sono discendenti dirette di quelle “fraterne” che proprio Pietro da Morrone fondò in numerose località e che avevano funzioni di “mutuo soccorso” assistenza solidaristica per il popolo minuto, proprio come i sodalizi dei lauretani e dei trinitari.