Ormai, a Sulmona, quasi tutti sanno che il 6 maggio scorso è stata approvata una legge regionale, la n. 15 del 2025, con la quale il Consiglio Regionale d’Abruzzo con voto unanime ha riconosciuto tutta l’area situata ai piedi dell’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone quale sito d’interesse regionale e quindi da sottoporre a tutela e valorizzazione.
Il provvedimento corona gli sforzi e l’impegno profusi dall’Associazione Celestiniana Sulmona in oltre 15 anni di una resistenza che, non trovo altro termine, definire ostinata è poco, nel contrastare l’abbandono cui la zona sembrava destinata, complice una palese inadeguatezza della politica locale che si è avvicendata al comune di Sulmona e a livello regionale e nazionale dal 2010 in poi.

Questo nonostante eccezioni encomiabili che, a vario titolo, hanno cercato di sostenere la necessità di tutelare e valorizzare il luogo in stretta collaborazione con la nostra associazione. Ne segnaliamo alcune a partire da Lorenzo Fusco, ex assessore della giunta Federico, passando per Luigi Calabria titolare del bilancio nella giunta Ranalli e per Annamaria Casini che sostenne il progetto di riqualificazione finanziato col famoso “Masterplan” di Luciano D’Alfonso (assessore al lavoro e alle aree interne, se non ricordiamo male, il nostro Andrea Gerosolimo).
Per finire con il tentativo malamente arenatosi con la caduta della giunta guidata da Gianfranco Di Piero di un progetto di partenariato pubblico privato, cui nonostante l’adesione di alcune delle più importanti associazioni della città e nonostante l’impegno finanziario della immancabile Fondazione CARISPAQ (leggi Mimmo Taglieri), per sopperire alla cronica carenza di fondi dell’amministrazione comunale.
Talmente cronica che non ha mai restituito i circa 10 mila euro sborsati dalla Celestiniana nel 2013 (chiedete all’avv. Elisabetta Bianchi) per completare i lavori finalizzati alla riapertura dell’area Chalet-Eremo ad integrazione dei circa 30 mila erogati dalla provincia grazie ad Antonella Di Nino e Antonio Del Corvo, rispettivamente Vice-Presidente e Presidente dell’allora Provincia di L’Aquila (a proposito quando le rimettiamo le province ad elezione diretta?)
Sottolineo, a margine e a imperituro biasimo dei nostri esponenti locali, che per ben 3 volte gli interventi determinanti sono stati effettuati grazie a personaggi che con Sulmona hanno a che fare poco o indirettamente: Antonella Di Nino, Pratola Peligna, Giuseppe Guetta napoletano (Celestino V ha esercitato il suo pontificato a Napoli, coincidenze…), Antonio del Corvo, Celano, Massimo Verrecchia, Avezzano, (marsicani come Ignazio Silone).
Difficile dare una spiegazione, toccherebbe ricorrere a scienze complesse a incerte come l’antropologia, la sociologia, la psicologia. Dante Alighieri avrebbe liquidato tutto con una sola parola: ignavia.
Adesso però non ci sono più scuse.
Per la prima volta dopo ben quarantuno anni, come ci ha fatto giustamente notare Giovanni Ruscitti, per decenni capo dell’ufficio stampa del Consiglio Regionale e quindi fonte autorevole, è stato approvato un provvedimento che riguardasse esclusivamente la città di Sulmona.
C’è uno strumento operativo concreto che consentirà di progettare interventi di varia natura, di coinvolgere soggetti pubblici e privati, di definire anche una strategia di valorizzazione del territorio poggiata su basi certe.
Una legge che riconosce ufficialmente l’importanza de “Il Fuoco del Morrone” che apre tutti gli anni la stagione della Perdonanza ed è l’altra gamba sulla quale poggia il riconoscimento di questa come bene immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.
E questo, soprattutto per l’amministrazione e il sindaco che si sono appena insediati, non è cosa da poco anche considerando lo scenario pesante di emergenze che gravano su Sulmona e sulla vallata. Ci auguriamo che la città non perda questa ultimissima occasione per ritrovare un ruolo e una vocazione in ambito regionale e nazionale.
Concluderemo dicendo due cose, con legittimo orgoglio: la Celestiniana è stata nel corso di questi anni l’unica associazione che ha portato denari e vantaggi concreti alla Città di Sulmona. Con il nostro originario progetto di sistemazione dell’area dell’Eremo, cui è stato poi abbinato il Campo 78, sono arrivati circa 1 milione di Euro e una legge regionale all’avanguardia che è un unicum assoluto in Abruzzo e forse in Italia.
Tutto questo con l’enorme cifra di 2.000 euro di contributo annuale da parte del Comune di Sulmona (ma, sempre grazie al comune, con quasi 10 mila Euro di scoperto presso BCC di Pratola Peligna per i denari mai riavuti dal 2013).
Sfidiamo chiunque a poter dimostrare altrettanto.