Celestino l’architetto, potrebbe essere il titolo di un documentario o di un docufilm, come va di moda chiamarli oggi, sul tema del lascito monumentale e architettonico del nostro celebre papa eremita.
Che tanto eremita, pur avendo vissuto una esistenza indubbiamente ascetica e votata alla penitenza secondo i dettami spirituali e religiosi più rigorosi della sua epoca, in effetti non sempre fu.
Altrimenti è difficile raffigurarsi come, se non lui personalmente ma tramite la sua confraternita, abbia potuto fondare eremi, cenacoli, chiese e monasteri in giro per buona parte della penisola, da Bologna passando per Firenze, Roma, Napoli fino al Gargano e a Lecce.
Questo l’Ordine degli Architetti della provincia di L’Aquila lo sa molto bene perchè, partendo da Sulmona con la maestosa abbazia di Santo Spirito a Morrone, quartier generale dei monaci celestini, per arrivare a L’Aquila con la splendida basilica di Collemaggio, l’intera provincia e quasi tutto il resto d’Abruzzo conservano tracce, siti e monumenti legati a Celestino V.
E anche perché molti professionisti iscritti all’ordine hanno avuto a che fare con questo patrimonio, a partire da Emilio Cianfaglione che dell’Associazione Celestiniana Sulmona fu perfino presidente subito dopo la sua fondazione.
Certamente la passione professionale e la formazione riguardo la storia dell’arte sono uno stimolo forte per la promozione dei luoghi celestiniani estremamente affascinanti da un punto di vista culturale e interessanti sul piano della conoscenza e del recupero di tecniche edilizie utilissime quando un professionista si occupa di seguire dei restauri.
Lo è al punto tale che l’ordine aquilano ha in cantiere, è il caso di usare questa espressione, un importante incontro sul tema dei luoghi e delle architetture legate a Celestino, a partire proprio dai siti più strettamente connessi alla sua vicenda nell’aquilano e nel frusinate.
È però anche il caso di sottolineare che il progetto potrebbe avere un raggio molto più ampio proprio per quello che dicevamo all’inizio, ossia che a Pietro Celestino e al suo ordine monastico sono riferibili oltre ottanta strutture disseminate in varie regioni, sebbene purtroppo molte ormai ridotte a ruderi, ma che potrebbero diventare un vero itinerario storico-artistico e ambientale di grande interesse e di notevoli opportunità.
Un contributo significativo all’affermazione di una economia delle aree interne che faccia leva su turismo e cultura.