Quasi vent’anni fa, nel 2006, su iniziativa dell’associazione Borgo Pacentrano guidata allora dal compianto “Capitano” Luigi Di Cesare. nacque l’idea di recuperare alla memoria l’evento storico più importante del Medioevo sulmonese, cioè la consegna nelle mani di Pietro da Morrone di quel decreto di nomina pontificia che segnò il destino suo e della chiesa. E anche dell’Occidente.
Stefania Di Buccio e Stefania Di Carlo, in tempi diversi elaborarono un testo che divenne un vero e proprio copione di una rappresentazione il cui fulcro è la rievocazione di quei momenti concitati nei quali due re, Carlo II d’Anjou e il figlio Carlo detto Martello, scortarono i delegati del sacro collegio pontificio per consegnare la nomina all’anziano eremita, già miracolosamente ottantenne considerata l’età media dell’epoca.
Per circa quattordici anni l’evento si ripete, ma ad un certo punto arriva la pandemia. Le restrizioni, le norme di sicurezza, le difficoltà organizzative interrompono quella che era diventata una tradizione ed un appuntamento per le celebrazioni legate a Celestino V. Fino a quando, lo scorso anno in occasione della presentazione dell’ennesimo libro della infaticabile Stefania Di Carlo, ragionando con il successore ed erede di Luigi Di Cesare, ossia Raffaello De Angelis, viene fuori questa volontà comune di recuperarne l’organizzazione.
C’era il Giubileo che si avvicinava e l’idea di connotare la stagione delle iniziative legate a Celestino V in chiave più solenne e articolata, proprio in concomitanza con questa ricorrenza di valore universale, è stata la spinta definitiva a provarci di nuovo, con una veste diversa, in un luogo che fosse direttamente legato a Pietro da Morrone come l’Abbazia di Santo Spirito.
Quel progetto si è concretizzato e sabato 12 luglio 2025, a partire dalle 20,30, nel Cortile dei Platani prenderanno vita di nuovo quelle figure che raccontano un momento storico che al contempo è occasione per riconfermare un legame con un personaggio unico ed emozionarsi nell’assistere a quelli che sono stati momenti pieni di emozione, dubbi e anche paura di un uomo che era già santo senza saperlo.
Gli interpreti sono: ANTONIO RAMPINO (Pietro da Morrone), TINO CALABRÒ (Roberto da Salle) LORENZO PRATICÒ (Papa Clemente V) PIETRO BECATTINI (Cardinale Pellegrue) ADRIANO DI BUCCIO (Carlo II d’Angiò).
L’ingresso è libero, fino alla capienza dei posti a sedere disponibili.
Tutto, naturalmente, con il sostegno della Fondazione CARISPAQ, con la collaborazione di Casa delle Culture, sotto l’egida della Direzione Regionale dei Musei d’Abruzzo.