Sono ormai più di quindici le edizioni di quella che, prevista per venerdì prossimo, in molti ormai amano chiamare la “Piccola Perdonanza“, sebbene non sia in alcun modo in concorrenza con l’evento agostano condiviso con L’Aquila da oltre quarant’anni.
In realtà è si tratta di una iniziativa nata spontaneamente dall’inevitabile contiguità che nel corso del tempo si è creata gradualmente con il comitato festeggiamenti in onore di San Pietro Celestino V, i cui membri in molti casi rivestivano il doppio ruolo di organizzatori della festa e di soci della Celestiniana.
Nelle intenzioni dei promotori c’era la volontà di sottolineare la connessione tra la chiesetta campestre situata nella frazione San Pietro (sic!) di Pratola Peligna e l’Eremo di Sant’Onofrio al Morrone, luogo celestiniano per elezione, rappresentato dal rifugio storico di Fra’ Pietro da lui più amato.
Anche perché il rapporto tra questi due luoghi è sempre stato geograficamente vicinissimo ma distante nella percezione, quasi si trattasse di due posti che poco avevano a che fare l’uno con l’altro, grazie alle contorsioni campanilistiche che dividevano Pratola e Sulmona perfino la gente del posto che su certe faccende riusciva a guardarsi in cagnesco.
Magari soltanto a causa del fatto che c’era chi si sentiva diverso essendo del Bagnaturo rispetto a quelli di Badia o Case Lupi pur vivendo a poche centinaia di metri gli uni dagli altri.
E queste piccole comunità si raccoglievano inevitabilmente intorno alle chiese che erano un po’ il centro della vita sociale che vi si svolgeva un tempo: la Madonna degli Angeli a Badia, San Pietro nella frazione omonima, l’Addolorata al Bagnaturo.
Tutte ovviamente con le feste patronali dedicate e con la sfida, più o meno aperta, a chi era capace di “fare gli spari” più spettacolari o chiamare “il cantante” più in voga.
Generando così dalla primavera agli inizi di agosto un tramestio di questue e raccolte di offerte perseguite dai comitati e dalle signore cui veniva attribuito il ruolo definito con il termine dialettale di “mastre”
Questa rivalità era talmente competitiva che, infatti, è riuscita a convogliare nei festeggiamenti, soprattutto nel caso di San Pietro Celestino, anche nomi di grande prestigio – e di proporzionale cachet – rivaleggiando con l’inarrivabile “Ottava” della Madonna della Libera di Pratola, con la quale l’agguerrito comitato di San Pietro si poneva spudoratamente in concorrenza.
Naturalmente e puntualmente con la coda di critiche, polemiche, litigi e risentimenti che si trascinavano fino all’anno successivo, quando era necessario ricostituire il comitato che, puntualmente, veniva concordato con il parroco mettendo il più delle volte da parte le liti pur di non subire l’onta di non essere stati capaci di fare la festa al Santo o alla Madonna.
Fino a quando, poco meno di vent’anni fa, l’insostituibile Tonino Moschetta, allora presidente della Celestiniana non ebbe l’illuminazione, e trattandosi di torce a vento è il caso di usare il termine, di organizzare insieme al comitato una fiaccolata locale, “tutta nostra” che facesse da prologo a quella canonica di Agosto, spesso a rischio di essere monopolizzata dagli aquilani.
La cosa curiosa è che da un fatto fondamentalmente campanilistico, ovvero l’insofferenza di Tonino per l’amichevole “invasione” aquilana, mitigata solo da rapporto fraterno e antico con Padre Quirino (Salomone), spesso presente anche a questa, è nata una piccola tradizione che ha finito per appianare molti dissidi in nome di quella Pace e di quel Perdono che la figura di Pietro Celestino ha finito per ispirare.
Nel tempo, venendo meno a causa dei costi ormai esorbitanti i fasti musicali e pirotecnici del vari comitati, la Fiaccola della Pace di questa piccola Perdonanza è diventata centrale e davvero un momento al quale partecipano spesso ospiti del tutto inaspettati, semplicemente perché richiamati da questo senso di comunità e di convivenza pacifica che rappresenta. E tutti sappiamo bene di quanto ce ne sia bisogno.
Per cui quest’anno si ripeterà, anche grazie alla perseveranza organizzativa di Gregory Leombruni e Gianluca Petrella
La pace comincia da ognuno di noi. Testimoniarlo, anche nel piccolo, ricordarne il valore soprattutto in un periodo storico come questo, ha un valore enorme al quale noi non rinunciamo.
Vi aspettiamo quindi, tempo permettendo, il 16 a partire dalle 18:30 in poi, per lanciare ancora una volta questo segnale dall’eremo che fu di Pietro da Morrone.
Gran bella iniziativa che il mitico Tonino ha saputo organizzare e portare avanti. Bisognerebbe fare di tutto, anche col nascente Parco, per rendere l’iniziativa ancora più’ maestosa in un luogo dove Pietro ha vissuto per oltre 50 anni. Noi , se la salute ci accompagnera’ , potremmo dare il nostro contributo.