Quarantaquattro, questo è il numero che a guardare indietro un poco intimorisce. Perchè sono tante le edizioni di un appuntamento penetrato così a fondo nel cuore della gente che pare esistere da sempre. Certamente le fiaccole del Morrone, che la notte tra il 16 e il 17 agosto di ogni anno scendono nel buio illluminando il sentiero che porta all’eremo di Sant’Onofrio, regalano a chi partecipa e a chi da lontano scruta la montagna, una emozione viva e gioiosa fatta di amicizia, di senso di appartenenza ad una comunità.
Comunica una spiritualità a volte inconsapevole ma che riconnette alle radici, all’identità culturale e agli aspetti più autentici di una fede popolare scevra da qualsiasi sovrastruttura verso la figura di un santo eremita e Papa, paradigma di forza d’animo, di profonda umanità e incrollabile credo nei valori cristiani.
Le fiaccole del Morrone però dicono anche una altra cosa, preannunciano quel cammino del Perdono che ripercorre le tappe dell’itinerario seguito da Pietro da Morrone alla volta dell’Aquila per ricevere l’incoronazione a Collemaggio, riportando in ciascuna comunità, borgo o luogo toccato dai tedofori che recano il fuoco partito da Sant’Onofrio la memoria di un evento unico e memorabile che ha segnato la storia dentro e fuori dalle nostre contrade.
Dicono che la memoria di Pietro Celestino unisce nel segno di una amicizia che nel tempo è cresciuta ed è diventata un riferimento e una piccola luce, un momento per sperare in una umanità migliore e diffondere il messaggio universale di perdono e non violenza come presupposto di riconciliazione ed evoluzione delle coscienze, partito dai contrafforti di una aspra montagna abruzzese oltre sette secoli fa e più che mai attuale, creando un filo di congiunzione ideale con altre terre e con altri altri grandi anime, dalla Palestina di Gesù all’India di Buddha.
Rinnovando il legame con una figura straordinaria, con quel “Ghandi del Medioevo” evocato da una altro personaggio fuori dal comune e che di questo evento ha fatto scoccare la scintilla originaria, ovvero il nostro amico Padre Quirino Salomone.
Appuntamento quindi il 16 agosto per risalire insieme lungo il sentiero che dal piazzale dello Chalet di S. Onofrio a Badia di Sulmona conduce all’eremo di Celestino sul Morrone ed inaugurare ancora una volta con gli amici che verranno da L’Aquila e da un po’ dovunque il cammino del Perdono, accompagnando un fuoco buono, molto diverso da quello appiccato da persone senza speranza e che ancora una volta, solo qualche giorno fa, ha inferto una grave ferita alla nostra montagna sacra.