È stata una promessa mantenuta, cosa più unica che rara, quella annunciata il 31 luglio scorso all’abbazia di Santo Spirito a Morrone. In quella occasione S.Em. Matteo Maria Zuppi era in video conferenza ma, sollecitato da Paolo Mieli, non si sottrasse ad impegnarsi con i (numerosi) presenti per un secondo appuntamento “in presenza”.
Opportunità che Mimmo Taglieri, presidente della Fondazione CARISPAQ non ha esitato a cogliere e, nonostante i numerosissimi e facilmente immaginabili impegni dei due importanti personaggi, è riuscito abilmente a concretizzare per il prossimo 2 novembre.
La presenza del presidente della CEI e del giornalista e storico Paolo Mieli a Sulmona, per la seconda volta nel giro di poco più di tre mesi, ha un valore che va certamente oltre la semplice presenza di personaggi illustri e di chiara fama.
Il futuro dell’Europa e dell’Occidente
Al di là dell’indiscutibile prestigio che comporta inevitabilmente l’ospitare protagonisti primari della scena politica e culturale contemporanea, il dialogo di cui saremo spettatori toccherà tematiche con risvolti etici e morali di grande respiro, concernenti eventi come la guerra in Ucraina invasa dalla Russia, che ha fatto risvegliare fantasmi e paure che l’Europa credeva di aver scacciato una volta per tutte dalla vita dei suoi cittadini.
Il cardinale Zuppi sotto questo aspetto si è adoperato da vero protagonista nel tentativo di tenere aperti i canali di comunicazione tra le parti in conflitto ma, soprattutto per aver svolto questo ruolo in difesa dei bambini ucraini sottratti alle loro famiglie. Dramma che ha colpito migliaia di famiglie.
L’accendere i riflettori sul capoluogo peligno e metterlo al centro della scena italiana in una discussione su questioni che stanno avendo e avranno una influenza determinante per il futuro del nostro Paese e dell’Occidente, contribuisce a restituire alla città lustro e ruolo appannati nel corso degli anni. E in qualche misura onorare la tradizione di città per la pace che ha conquistato con il fenomeno della Resistenza Umanitaria post 1943 e con una medaglia d’argento al Valor Militare.
La Giostra d’Europa, Celestino V e l’origine dell’incontro a Sulmona
Però, aggiungerei, la cosa che è interessante sottolineare è come si è arrivati all’incontro sulmonese tra i due.
Quello di luglio fu un primo incontro per annunciare e dare rilievo al carattere e all’intento della Giostra Cavalleresca d’Europa per la Pace intitolata a Celestino V – Pietro da Morrone. Soprattutto per sottolineare il fatto che la dicitura “per la Pace” non fosse una semplice dichiarazione e che l’aver tirato in ballo il Santo del Perdono e della Perdonanza, richiedesse azioni positive, rivolte a dare contenuti all’altezza della dimensione internazionale dell’evento.
Non dimentichiamo che, oltre al clima giustamente festoso che connota l’evento, la Giostra ospita da anni delegazioni provenienti da numerosi paesi europei, contribuendo a dare alla città un respiro molto più ampio dell’apparenza inevitabimente folkloristica dei gruppi e delle sfilate.
Inoltre la cosiddetta “tenzone” che prevede l’uso delle lance, armi per ferire quando usate in guerra, diventano strumenti di un evento che è competizione e sfida, ma innocuo e con l’obiettivo di far incontrare pacificamente su un terreno dove la gara diventa occasione più d’incontro che di scoontro.
Credo che nell’appuntamento di luglio ci si è resi conto che la cosa aveva assunto una dimensione e delle implicazioni molto più ampie rispetto al voler rimarcare il valore della Giostra d’Europa, del legame con Celestino V quale personaggio storico e veicolo di un messaggio potente ed “erga omnes”.
In quel frangente c’è stata a netta percezione che forse si era entrati, quasi involontariamente, in una dimensione ulteriore e anche grazie alla grande esperienza di Mieli che ne ha colto il clima e ha rinnovato un impegno, nella direzione di un maggiore coinvolgimento per il quale la presenza fisica del cardinale Zuppi fosse indispensabile, a sugellare un impegno verso la pacificazione di cui tutta Sulmona e non solo l’evento Giostra, diventi testimone in Italia e in Europa.
Il pacifismo tra le bandiere arcobaleno e le chiarine del Palio
In questo quadro s’inserisce una ulteriore faccenda che riguarda il grande tema del pacifismo. Ossia il modo in cui l’impegno per la pace viene declinato da ognuno.
L’idea della Giostra d’Europa per la Pace è una specie di “terza via” del pacifismo, una modalità secondo la quale, usando quello che è fondamentalmente uno spettacolo costruito sul modello, spesso abusato, della rievocazione storica, porta ad entrare in contatto gente e luoghi che mai l’avrebbero fatto con le stesse modalità. Ben diverse dai tradizionali gemellaggi.
A maggior ragione se di questo messaggio diventa veicolo l’immagine e l’eredità di un personaggio chiave dell’Alto Medioevo, presente col suo ordine numerose località dell’Unione Europea.
E poi, alla fin fine, purché pace sia, in Europa e nel resto del mondo, o con cortei, fumogeni, bandiere arcobaleno e tutto quell’armamentario tradizionale dell’antagonismo ideologico o con le chiarine della Giostra, ognuno cerca di contribuire a modo suo. L’importante è arrivarci. L’importante è non restare indifferenti ed essere d’accordo su una cosa: non c’è pace senza perdono, ma non c’è perdono senza giustizia.