Giostra d’Europa: per la pace in nome di Celestino

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Sarà Celestino V, o meglio, Pietro Celestino, il nume tutelare della ventunesima Giostra d’Europa. Come ha spiegato la responsabile della manifestazione, Luisa Taglieri, l’evento di quest’anno è dedicato alla pace e il papa eremita, fondatore della prima Perdonanza nel 1294, il gigante della rinuncia al soglio pontificio contro gli abusi del potere curiale, il fondatore di un ordine che si diffuse in Italia, Francia e Germania, l’ispiratore della manifestazione contemporanea che è diventata patrimonio immateriale dell’UNESCO, nè è il testimone e il “testimonial” più autorevole.

Il palio della giostra dEuropa - particolare
Particolare del Palio della Giostra d’Europa dedicata alla pace

La sua figura simbolica ed evocativa possiede, al pari di santi più celebri e celebrati come Fancesco d’Assisi, il patrono d’Italia, e Benedetto da Norcia, patrono d’Europa e fondatore dell’ordine monastico di cui lo stesso Pietro fu membro, una statura morale e spirituale tale da collocarlo ormai tra i personaggi più importanti del Medioevo.

Questo ormai senza alcun dubbio o perplessità derivante da interpretazioni o fonti storiche non sempre affidalbili e obiettive. Lo attestano le centinaia di biografie e saggi realizzati da esperti e studiosi italiani e stranieri nel tentativo di circoscrivere fatti storici e identità di un uomo fuori dal comune per i parametri dell’epoca ma anche per quelli attuali.

E di certo la scelta dei responsabili della Giostra non poteva essere più opportuna per veicolare la dimensione internazionale di un appuntamento che da due decenni ormai è occasione di scambi culturali e sociali tra città e luoghi che, altrimenti, non avrebbero mai avuto occasione di scovare legami e perpetuare frequentazioni concretizzando così il senso dell’Unione Europea che semrpe di più dovrà essere unione di popoli.

La Giostra e Celestino possono fare la loro parte, rinnovando in chiave moderna l’importanza che Sulmona ebbe in altre epoche, soprattutto nel periodo federiciano quando lo “Stupor mundi” prefigurò di un progetto europeo ante litteram e la città di Ovidio era tra le predilette dell’imperatore svevo.

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