Tutti conosciamo Pasquale Di Toro e le sue gesta da Volontario con la “V” maiuscola, a partire da quando, nel 2017 balzò agli onori delle cronache nazionali per la multa che gli venne rifilata dalla polizia municipale di Sulmona, a causa dell’accesso non autorizzato della ruspa lungo il corso cittadino per rimuovere la neve ammucchiata a ridosso del monumento di Ovidio in piazza XX Settembre.
Con tutta l’inevitabile polemica “social” con l’allora sindaca Annamaria Casini che, alla fine e a titolo di ringraziamento per il bel gesto, optò saggiamente di pagare di tasca sua la paradossale sanzione verso un comune cittadino, che aveva la sola colpa di aver debordato dal suo ruolo passivo, consistente nel subire senza protestare inefficienze e negligenze della pubblica amministrazione, anche di fronte ad eventi meteorologici pesanti come la nevicata del 2017.
Come ricorda il sito di OndaTV, si mosse perfino Maurizio Costanzo, che tra l’altro Sulmona aveva frequentato sul finire degli anni ’80 del secolo scorso per fare della città ovidiana la “Città dell’Amore”, uno dei progetti del visionario Franco Iezzi e di cui, detto senza ironia alcuna anzi, come al solito purtroppo non se ne fece nulla. In quel caso pare per una vile questione di denaro dovuta alle richieste esose del defunto “anchor man“.
Pasquale, a differenza della maggioranza, non si è lasciato minimamente intimidire dall’ottusità burocratica con cui si è dovuto spesso misurare, credo verosimilmente anche per il fatto che è un imprenditore nel campo edile, di certo non tra i più semplici sul piano normativo.
Un poco perché ci ha fatto il callo, un poco perché fin da ragazzo è stato sempre insofferente nei confronti delle regole che spesso sembrano fatte apposta per angustiare le persone più semplici, meno istruite e in balìa di leggi incomprensibili per chi esercita il normale, genuino buon senso,
Nel tempo, da uomo maturo ed ormai consapevole delle cose della vita, ha trasformato il suo impeto ribelle giovanile portando il suo lavoro e le sue abilità artigiane ad un livello di prim’ordine nel suo campo ma, soprattutto, lo ha fatto diventare una forma d’amore e di cura verso la bellezza dei luoghi e dei manufatti al cui recupero si dedica quotidianamente, anche per hobby con la passione di far rivivere auto e mezzi d’epoca.
Con un percorso del tutto originale, frutto di una intelligenza che è stata coltivata fuori da percorsi scolastici fatti da chi ha avuto maggiori privilegi di nascita, perché altrimenti forse sarebbe diventato architetto, Pasquale ha mostrato una insospettabile sensibilità per la bellezza, intesa come armonia dei luoghi e del paesaggio. Facendo un mestiere faticoso da quale ha però ereditato la consapevolezza e l’umiltà del valore dell’attenzione quotidiana, costante, spesso non richiesta ma concessa ugualmente perché è un valore che non ha prezzo.
Con il suo modo di fare certamente fuori dalle righe, eccessivo e rumoroso nei modi, ha impartito però una lezione fondamentale.
La lezione che insegnano gli uomini saggi e sulla quale il sommo Franco Battiato scrisse una bellissima canzone, secondo i quali esiste solo una forma d’amore verso il prossimo, sia esso una persona, un luogo, un monumento o una casa: la cura.

E Pasquale, a modo suo, fa parte di quel gruppo di saggi. Per questo alla prossima assemblea ordinaria dell’Associazione Celestiniana, proporrò di nominarlo socio onorario per aver dimostrato nel tempo di essere un esempio positivo per tutti, anche ai fini statutari del nostro sodalizio.
Da ultimo anche per l’intervento di ripulitura dall’imbrattamento che qualche somaro, inconsapevole o sprezzante delle possibili conseguenze penali, ha praticato sulle panchine in pietra del monumento a Celestino V lungo C.so Ovidio,
Per questo, grazie Pasquale.
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