La cerimonia per i vincitori del concorso fotografico “Cronos e kairos” organizzato dall’Accademia Sulmonese di Fotografia è stata celebrata sabato scorso nel cortile di Palazzo dell’Annunziata. Evento che ha avuto anche un notevole riscontro di pubblico, a sottolineare come l’arte di “scrivere con la luce” (dai termini greci photos=luce e graphia=scrittura) riscuota sempre un certo apprezzamento anche da parte di chi non è addetto ai lavori.

Questo nonostante i gigapixel supportati dalle funzioni fotografiche degli smartphone, spessissimo più performanti delle macchinette fotografiche anche di fascia medio-alta, nonostante i software di fotoritocco in grado di rendere perfetto anche uno scatto mediocre e, infine, nonostante l’AI generativa, in grado di creare letteralmente immagini con persone e ambientazioni inesistenti nella realtà.
Questione sollevata durante la premiazione dall’intervento fatto dal presidente nazionale della FIAP (Fédérationa Internationale de l’Art Photographique), Riccardo Busi, la più autorevole associazione di fotografi, appartenenente a un circuito che vanta oltre venti milioni di appassionati a livello planetario, il quale ha tenuto a sottolineare i rigorosi criteri etici applicati da FIAF e quindi riproposti pari pari nella selezione delle oltre 500 immagini pervenute all’organizzazione del premio. Non a caso nella giuria era presente, oltre a uno dei decani dei fotografi locali Umberto D’Eramo, anche il presidente del comitato etico di FIAP, Pierluigi Rizzato.
Al di là delle venti foto selezionate per la finale e per le tre premiate, tutte di grande impatto emotivo e centrate rispetto al tema guida del concorso, ci sono stati due aspetti collaterali che sicuramente vanno sottolineati.
Il primo proposto dal giornalista e scrittore Angelo De Nicola sulla connessione tra il significato del titolo della manifestazione, ovvero tra il concetto di tempo misurato (cronos) e tempo giusto, irripetibile (kairos). Il secondo rimanda a momenti fondamentali legati a decisioni storiche, come ha opportunamente rilevato il Prof. Bencivenga nella sua breve riflessione sull’argomento. Il nodo di Gordio reciso da Alessandro Magno, il passaggio del Rubicone da parte di Giulio Cesare (Alea acta est) ma anche e soprattutto per noi abruzzesi, il Gran Rifiuto celestiniano che cambiò per sempre la storia della Chiesa.

Il secondo suggerito dall’assessore Andrea Ramunno e ribadito da Mimmo Taglieri, presidente dell Fondazione CARISPAQ, nel sottolineare la vetrina internazionale che l’evento assicura alla città attraendo fotografi da diverse nazioni. E, fatto non secondario, il grande effetto di comunicazione riguardo la bellezza di Sulmona e del suo comprensorio che viene diffusa ovunque dagli innumerevoli scatti effettuati dagli artisti che al concorso partecipano, moltiplicando all’ennesima potenza la forza evocativa che solo le immagini fotografiche possono avere.
Una involontaria ma potente azione di marketing territoriale praticata attraverso gli obiettivi di chi, anno dopo anno, partecipa a questo contest.
Per chi è più curioso, la mostra allestita con le opere selezionate presso la “Domus di Arianna” all’interno del complesso monumentale dell’Annunziata, sarà visitabile per circa due mesi.
**Foto per gentile concessione di Luciano Fagagnini**