Convergenze celestiniane all’abbazia di Santo Spirito

Protetti dalla calura grazie alle formidabili e secolari mura dell’abbazia di Santo Spirito a Morrone, venerdì si è svolta la tavola rotonda che abbiamo ...
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Protetti dalla calura grazie alle formidabili e secolari mura dell’abbazia di Santo Spirito a Morrone, venerdì si è svolta la tavola rotonda che abbiamo organizzato con gli amici di L’Aquila.

Bisogna dire che forse anche grazie alla frescura che ha rinfrancato mente e corpo, la chiacchierata è stata proficua e coinvolgente sia per gli argomenti toccati, sia per le conclusioni che ne sono scaturite anche grazie alle sollecitazioni del moderatore, Giovanni Ruscitti.

Particolarmente interessanti sono stati gli interventi, a partire da quello di Massimo Alesii il quale, da profondo conoscitore del fenomeno Perdonanza, tanto da curarne il dossier che ha poi determinato il riconoscimento UNESCO come bene immateriale dell’umanità nel 2019, ha tracciato un quadro e una analisi delle ragioni che rendono particolare e speciale il legame tra le popolazioni dei territorio peligno, subequano e aquilano con la memoria del lascito di Pietro Celestino. Legame e tradizioni connesse che hanno attraversato i secoli come un fiume carsico, superando il lungo periodo di rimozione da parte della Chiesa e riemergendo, grazie ad una serie di figure spesso silenziose ed invisibili, fino ad arrivare al risultato clamoroso di vedere la città di L’Aquila designata come “capitale del Perdono” da Papa Francesco, ovvero da quella stessa Chiesa che per secoli lo aveva oscurato.

Risultato, quello dell’iscrizione alla lista del patrimonio immateriale dell’umanità, legato anche all’evento del Fuoco del Morrone e alla collaborazione con la nostra Celestiniana.

tavola rotonda quale perdono

Ad Alesii ha fatto da contrappunto Angelo De Nicola, primo fautore di questa iniziativa, che da giornalista di vaglia ha sintetizzato efficacemente gli errori e le mancanze da parte di entrambe le comunità. Da parte aquilana la spesso eccessiva e storica arroganza nel voler a tutti i costi recitare un ruolo da protagonista imponendo le proprie scelte a scapito del resto della provincia e non solo. Citando quale esempio di questa volontà inutilmente prevaricatrice due fatti storici: il furto delle spoglie di Celestino V a Ferentino, la mancata restituzione delle spoglie di San Bernardino da Siena alla sua città. Episodi indicativi di un’indole che oggi non ha più ragione d’essere. Da parte sulmonese la riluttanza ad agire ed a cogliere occasioni clamorose che pure si sono presentate nel corso degli anni, citando la visita pastorale di Benedetto XVI ma anche l’incredibile dimenticanza in cui è caduta la memoria di papa Meliorati, Gregorio VII, nato e cresciuto a Sulmona, oppure di Benedetto XV, il papa che condannò con fermezza “L’inutile strage” della prima guerra mondiale, sulmonese per parte di madre. De Nicola ha sollecitato inoltre la partecipazione di Sulmona alla Perdonanza 2024 con una sua iniziativa, da tenere il 22 agosto prossimo a San Basilio e nel corso della quale presentare anche il progetto di “QVINTO” il parco storico culturale dedicato a Celestino.

Floro Panti, invece, storico fondatore del Fuoco del Morrone al fianco del suo ispiratore, ovvero Padre Quirino Salomone, ha rappresentato come si è strutturato nel tempo il percorso del Fuoco che oggi attraversa ben ventitré località della provincia, sottolineando sia la grandissima importanza delle giornate iniziali che si svolgono in territorio di Sulmona, senza nascondere il disappunto e le difficoltà in cui si è incappati qui in più occasioni, penalizzando il ruolo del capoluogo peligno a discapito della sua importanza rispetto alla Perdonanza nel complesso. E anche a discapito della volontà più volte manifestata di coinvolgere maggiormente Sulmona, dove diverse amministrazioni che si sono succedute sono state molto distaccate al riguardo.

Il direttore del sito museale di Santo Spirito a Morrone, Emanuele Cavallini, oltre a portare i saluti del Direttore Generale dei Musei d’Abruzzo, Massimo Sericola, ha sottolineato il valore strategico del complesso monumentale abbaziale nel sistema dei beni culturali abruzzesi, evidenziando il grande lavoro di raccordo e di collaborazione che si sta svolgendo con gli enti e le associazioni del territorio e in particolare con il comune di Sulmona, la sintonia con questa iniziativa, ribadendo quindi in questo senso la totale adesione da parte della Direzione Regionale alle linee dettate dalla “Convenzione di Faro” in particolare all’art. 2 dove recita testualmente:

  • a. l’eredità culturale è un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione. Essa comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato del l’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi;
  • b. una comunità di eredità è costituita da un insieme di persone che attribuisce valore ad aspetti specifici dell’eredità culturale, e che desidera, nel quadro di un’azione pubblica, sostenerli e trasmetterli alle generazioni future
Consiglio d’Europa – Convenzione di Faro – 27 ottobre 2005

Non è mancato il contributo e la conferma del sostegno che il presidente Mimmo Taglieri ha voluto ribadire a nome della Fondazione CARISPAQ e ricordando l’impegno costante dell’ente verso tutte le iniziative e le attività progettuali che hanno lo scopo di valorizzare e promuovere l’eredità celestiniana sotto ogni profilo. A questo proposito ha citato due degli eventi che ha ritenuto di particolare interesse per due aspetti peculiari. Il primo è quello della Giostra Cavalleresca d’Europa per la pace, intitolata a Celestino V, e che dallo scorso anno ha assunto la mission di veicolare il messaggio di pacificazione e fratellanza proclamato dal papa eremita all’atto della sua elezione. Un progetto quella della giostra d’Europa che ha riunito intorno a sé oltre venti nazioni nel corso delle varie edizioni. Il secondo è quello delle “Capitali Celestiniane“, coordinato proprio da Angelo De Nicola e che proprio a Santo Spirito vedrà il prossimo appuntamento il 31 luglio nella chiesa abbaziale, dopo Campobasso e Ferentino e di L’Aquila e Pescina, quest’ultima coinvolta per via di Ignazio Silone e della sua opera “L’Avventura di un povero cristiano” (scaricabile qui in formato epub).

Infine, il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, raccogliendo gli spunti emersi dal confronto, ha voluto più volte ringraziare l’Associazione Celestiniana Sulmona, rimarcando in più passaggi quanto sia stata determinante una costanza che sfiora la devozione da parte dei suoi componenti per evitare che l’eredità e la memoria di Pietro da Morrone – Celestino V a Sulmona si disperdesse irrimediabilmente. Ha ammesso le carenze di attenzione sul tema che hanno contraddistinto le amministrazioni sulmonesi da un certo punto in poi. Come, di contro, ha riconosciuto i grandi sforzi e il ruolo fondamentale della Celestiniana nel tener viva l’attenzione sia sugli aspetti culturali, sia sulle problematiche inerenti la vicenda dell’area Chalet-Eremo di Sant’Onofrio, sulla quale – ha voluto sottolineare – l’amministrazione comunale “sta facendo ogni sforzo possibile” per restituirla alla fruizione. Ha accolto quindi di buon grado l’invito di Angelo De Nicola per l’incontro aquilano dove presentare il progetto che s’intende attuare, ringraziando al contempo gli amici aquilani presenti e la loro attenzione e disponibilità verso Sulmona.

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